giovedì 14 febbraio 2019

Il nudo nell'arte nel corso dei secoli

Dalla preistoria ad oggi il tema della nudità maschile e femminile rappresentata nell’arte è sempre stata presente con significati e espressioni diverse secondo le culture, le religioni, le classi sociali e politiche delle epoche che si susseguivano. Il nudo è stato ed è raffigurato nel disegno, nella pittura, nella scultura, nella decorazione, e in tempi recenti nella fotografia e nel cinema. I contesti di tale rappresentazione vogliono trasmettere forme di espressioni che spaziano dalla bellezza, all’estetica, alla forza, alla dominanza, alle divinità, alle battaglie…, come esprimono ad esempio le statue atletiche e gli Dei dell’antica Grecia e dell’antica Roma.  Altri aspetti ritraggono il nudo umano attraverso quadri, dipinti, affreschi, rilievi e statue mettendo in risalto la sensualità, l’erotismo, l’armoniosità dei corpi, la purezza, l’amore, il sesso; altri rappresentano contesti religiosi ritraendo scene con soggetti biblici, e altri ancora raffigurano l’anatomia. 
Certamente si parla di tematiche estremamente complesse e difficili fin dal principio, che vanno dal sacro al profano, e che hanno dovuto scontrarsi secondo il pensiero corrente religioso, sociale e pudico del periodo interessato.
Nei tempi moderni la nudità artistica è stata ritratta attraverso la fotografia a pellicola in bianco e nero e a colori secondo l’estrosità e l’abilità del fotografo, fino alle ultime innovazioni tecnologiche digitali che riprendono questa forma d’arte sotto gli aspetti più bizzarri e libertini come i selfie. Non per ultimo il cinema, che secondo la trama i registi inscenano infiniti contesti legati a questo argomento.
Nel corso dei secoli ad oggi sulla nudità sono stati scritti libri, testi, pergamene, giornali, riviste..., che trattano argomenti come la storia, la poesia, gli studi della materia sotto gli aspetti scientifici e psicologici…
E’ dunque un tema che non coinvolge solo gli appassionati e i praticanti del nudismo, ma tutti gli uomini e le donne a partire già dalla tenera età, periodo in cui comincia l’educazione verso questi aspetti naturali. Perchè nudi si nasce…   
Mi piace ricordare l’ultimo ritornello della canzone poetica “La balada del Genesio” scritta e cantata in dialetto lariano dall’artista Davide Van De Sfroos:

“La mia ciciaràda làssa el teemp che la tröeva
vardi el cieel de nuvembra cun la sua löena nöeva
sun el Genesio e questu l’è tütt…
cun qualsiasi vestii, suta…sun biùtt…”

Traduzione
la mia chiaccherata lascia il tempo che trova, 
guardo il cielo di novembre con la sua luna nuova, 
sono il Genesio e questo è tutto; con qualsiasi vestito…sotto sono nudo



Posa ispirata alla statua di bronzo di Poseidone
Poseidone è il personaggio della mitologia Greca degli dei che rappresenta  il Dio dei mari. Viene descritto con un carattere lunatico, talvolta violento e capriccioso, altre volte benefico, capace di generare burrasche e far tremare la terra con la sua ira. La statua di bronzo ha un’altezza di 209 centimetri, ed è databile all’anno 470 a.C.  Fu recuperata dal mare nel 1926 nei pressi di Capo Artemisio in Eubea, accanto a un relitto romano risalente all’anno 200 a.C. La statua ritrae un uomo nudo con il corpo possente durante una posa dinamica protesa in avanti per lanciare qualcosa, esprimendo forza e potenza fisica. E’ conservato presso il museo archeologico di Atene. 


Pose ispirate alla nudità sportiva dell'antica Grecia
La nudità atletica -o sportiva- era una pratica diffusa nell’antica Grecia. Gli atleti usavano allenarsi e gareggiare completamente nudi per emulare le parvenze degli Dei così come venivano raffigurati, esternando un senso di potenza e vigore. Per i Romani invece la nudità pubblica era considerata disgustosa, ma era praticata in luoghi appropriati come le terme e le latrine all’interno del Foro. Oggi gli estimatori della filosofia nudista frequentano i club naturisti, dove  condividono  attività quotidiane e sportive senza veli.


Posa ispirata alle statue dei Bronzi di Riace
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo che raffigurano la posa di due guerrieri nudi databili al V° secolo a.C, appartenenti alla cultura greca. Furono ritrovate casualmente durante un’immersione in mare il 16 agosto 1972, a una profondità di circa otto metri davanti alla costa di Riace Marina (RC).
Per lo studio furono denominate  Guerriero A e Guerriero B; il primo ha un’altezza di 198 centimetri, il secondo di 197, e un peso di 160 chilogrammi ciascuno. L’espressione e le sembianze eleganti e muscolose di entrambi, seppur  con qualche differenza, esprimono la forza e il vigore di due uomini combattenti.
Le statue sono esposte presso il Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.




Il Doriforo di Policleto. Museo 
archeologico nazionale di Napoli 
Esempio di Afrodite Cnidia.



La creazione di Adamo
E' un affresco di Michelangelo Buonarroti dipinto nel 1511 
sulla volta della Cappella Sistina, su commissione di Papa Giulio II

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