martedì 19 marzo 2019

The art of crossdressing

Il crossdressing è un termine inglese usato per descrivere il modo di vestirsi con indumenti del sesso opposto, ovvero il travestitismo. Per gioco, curiosità, spettacolo, trasgressione…, questa pratica esiste da secoli e si è affinata nel tempo coinvolgendo entrambi i sessi interessati, sia in privato che in pubblico.  Per la maggior parte di queste persone il travestimento non rappresenta un contesto legato all’omosessualità o alla transessualità, ma bensì a una forma eterosessuale espressiva per lo più sporadica e percepita al di fuori della sfera sessuale. Tuttavia al travestimento sono attribuite anche altre sfaccettature di carattere erotico-sessuale come ad esempio quelle legate al feticismo e al sadomasochismo, che rientrano nelle parafilie, in cui i soggetti “crossdresser” provano una forte eccitazione a indossare abiti, intimo e accessori riservati al sesso opposto. Nel mondo dello spettacolo questi contesti vengono emulati sul palco o nelle feste private in modo esagerato, riprendendo tematiche burlesche e ironiche impersonate dalle Drag Queen (uomini travestiti da donna), oppure dalle Drag King, donne travestite da uomini che riprendono i tratti più marcati e virili del maschio.
Nel contesto moderno il parere di molti psicologi attribuisce questa pratica più a una sorta di processo di civilizzazione e di parità tra i sessi; una moda dell’espressione e della manifestazione libertina dei sentimenti più profondi di chi ama questo genere.  Ma questo è ancora troppo riservato agli addetti ai lavori.

Autoreggenti, reggicalze, perizomi, guepiere, corpetti, calzature con tacchi a spillo, boa..., 
sono solo alcuni esempi di lingerie particolarmente apprezzata dai crossdresser.

Johnny Caldera interpreta la pratica burlesca del crossdressing con indumenti femminili sexy.

Esempi di pose, movenze e atteggiamenti interpretati dai crossdresser 
durante gli spettacoli sul palco o in feste private.


Una Drag Queen con il viso particolarmente truccato per esaltare l'icona femminile.


Una Drag King in posa: quando la donna interpreta un personaggio maschile
in modo burlesco esasperandone i tratti mascolini e virili.


Il gruppo teatrale folcloristico de "I Legnanesi", con i personaggi travestiti 
della famiglia Colombo interpretati della Teresa (Antonio Provasio),  
la Mabilia (Enrico Dalceri), e il Giovanni (Luigi Campisi)







domenica 10 marzo 2019

L'Urlo di Munch

“L’urlo” è un quadro famoso realizzato nel 1893 dal pittore norvegese Edvard Munch, dipinto su cartone delle dimensioni di 91 x 73,5 centimetri con olio, tempera e pastello, oggi conservato nella Galleria Nazionale di Oslo.
La rappresentazione del quadro si riferisce a un’esperienza surreale provata dallo stesso autore mentre una sera d’estate passeggiava al tramonto in compagnia di due amici sulla collina di Ekberg, sopra la città di Oslo, nel contesto naturale dei fiordi. A un certo punto Munch ebbe l’impressione che le nuvole e il cielo sullo sfondo si tinsero di rosso sangue, e la città si avvolse tra lingue di fuoco mentre i suoi amici continuavano a camminare disinvolti. Impietrito dalla paura, sembrava anche udire un urlo tremendo che invadeva la natura circostante.
L’artista volle tradurre le proprie sensazioni di quel momento in un dipinto, dove egli si raffigura al centro con un’espressione sconcertata mentre lancia un urlo portando le mani al volto, con uno sfondo che rappresenta un paesaggio curvilineo e confuso che esprime smarrimento.
Munch dipinse quattro versioni de “L’urlo” tra il 1893 e il 1910, ma l’opera più celebre è quella conservata nella Galleria Nazionale di Olso, la quale fu rubata due volte e poi recuperata.
Il primo episodio avvenne nell’inverno del 1994, durante  le olimpiadi di Lillehammer; mentre nel 2004 fu rubata per la seconda volta insieme a “La Madonna”, opera dello stesso pittore. Entrambi furono recuperati nel 2006 e sottoposti a restauro per danneggiamenti causati dall’umidità.



“Camminavo lungo la strada con due amici
quando il sole tramontò il cielo si tinse 
all’improvviso di rosso sangue mi fermai, 
mi appoggiai stanco morto a un recinto sul 
fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue 
e lingue di fuoco i miei amici continuavano a 
camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo 
che un grande urlo infinito pervadeva la natura”
                                                                                         Edvard Munch


Johnny Caldera interpreta "L'Urlo"
Sullo sfondo il Lago di Annone/Oggiono in provincia di Lecco.


Una versione burlesca de L'urlo interpretata da Johnny Caldera





L'URLO di Edvard Munch
realizzato nel 1893 con olio, tempera e pastello 
su cartone 91x73,5 cm, conservato presso 
la Galleria Nazionale di Oslo.


EDVARD MUNCH
Løten 12 dicembre 1863 - Oslo, 23 gennaio 1944