La statua che raffigura il David fu realizzata da
Michelangelo Buonarroti tra il 1501 e il 1504 su commissione dei consoli fiorentini
dell’Arte della Lana, da collocare nell’abside della Cattedrale di Santa Maria
del Fiore a Firenze. L’ardua impresa fu
tentata in precedenza da Agostino di Duccio e Antonio Rossellino, ma gli scultori abbandonarono presto i lavori durante l’abbozzamento a causa del blocco di
marmo bianco di Carrara che non versava in condizioni ottimali per la sua
fragilità. Michelangelo, all’epoca venticinquenne accettò la sfida, e si mise
all’opera con martello e scalpelli ispirandosi all’episodio biblico accaduto secondo gli scritti intorno all’anno 1000 a.C durante la
guerra tra i Filistei e il popolo di
Israele, quando appunto nel momento in cui i Filistei grazie alla presenza di
Golia -soldato della stazza di tre metri armato di corazza e lancia- sembrava avere la meglio sulla vittoria, il giovane Davide si propose per sfidare il
gigante con l’utilizzo di una fionda. Durante la battaglia tra i due avversari,
gli eserciti assistettero a una mossa fulminea di Davide, il quale riuscì a
centrare la fronte di Golia grazie al tiro preciso con la fionda facendolo ramazzare
al suolo, uccidendolo poi con la sua
stessa spada sanguinaria. La testa di Golia fu tagliata e portata a
Gerusalemme. Sant’Agostino scrisse che Davide vinse la sua battaglia “perché è
andato incontro a Golia confidando non in sé ma in Dio, armato non di ferro ma
dalla propria fede…”
Durante i lavori di
scolpitura Michelangelo volle raffigurare Davide nudo, in una posizione che
esprime la bellezza, l’armoniosità e la
potenza del guerriero, pensato in un momento prima del terribile scontro con Golia,
a differenza dei David rappresentati dal Donatello e dal Verrocchio che
espongono il capo tagliato del gigante ai suoi piedi.
Nel
maggio 1504 i lavori furono ultimati. L’imponente statua si presentò al popolo
con un’altezza di ben 520 centimetri, compreso il basamento di 108, ma le sue dimensioni non erano più adatte per la
posa absidale del Duomo. Per la nuova collocazione furono prese in
considerazione diverse ipotesi espresse dagli artisti del tempo, tra cui Leonardo
Da Vinci, Sangallo, Botticelli… Infine prevalse la scelta di Filippino Lippi,
che propose di posarla all’aperto davanti a Palazzo Vecchio, al posto della Giuditta di Donatello, con l'intento di simboleggiare
la forza della nuova repubblica.
Il trasporto
della statua ingabbiata avvenne in quattro giorni, durante i quali fu
danneggiata in seguito all'attacco di un gruppo filo-mediceo estromesso dal potere che la
presero a sassate. Michelangelo corse ai
ripari dipingendo un tronco dorato dietro la gamba destra, e ornando il capo e la
cinghia della fionda con delle ghirlande di ottone e foglie di rame.
Il
David fu posato l’8 settembre 1504 presso Palazzo Vecchio, rivolto a
sud-ovest in segno di sfida verso il nemico pronto ad attaccare Firenze. Al suo
fianco doveva essere successivamente collocata la statua di Ercole, per
rappresentare insieme la forza fisica e intellettuale dei fiorentini. Quest’ultima
però non fu mai scolpita dallo stesso Michelangelo. Solo più tardi provvide lo
scultore Baccio Bandinelli.
Nel
1872, in seguito alle precarie condizioni della statua, il David fu ricoverato
presso la Galleria dell’Accademia di Firenze, dove è esposto tutt’ora. Nel 2003, dopo quasi cinquecento
anni, è stato eseguito l’ultimo dei numerosi restauri con le tecniche
innovative.
A suo
tempo, al compimento dell’opera celebre che simboleggia Firenze, lo
scultore Buonarroti fu ricompensato con 400 fiorini.